La sentenza in oggetto affronta e risolve positivamente la questione del concorso formale tra il delitto di atti osceni in luogo pubblico e quello di ingiuria, ritenendone la sussistenza nel caso di videochiamate di contenuto erotico indirizzate a persona non consenziente, e per l'effetto ha condannato l'imputato al risarcimento del danno in favore della costituita parte civile nella misura di Euro 2.500 a titolo di provvisionale