La Corte di Appello di Bari ha confermato la sentenza di primo grado con la quale l’imputato era stato riconosciuto responsabile del delitto di estorsione aggravata in concorso con il delitto di sfruttamento della prostituzione, commessi in danno di una cittadina nigeriana, condannandolo per l’effetto, a risarcire i danni in favore della vittima dei reati e della Associazione Giraffa Onlus.

La sentenza è di pregio giuridico nella parte in cui si sofferma a considerare la pratica voodoo e il relativo stato di assoggettamento che ne deriva quale metodo intimidatorio idoneo a configurare il delitto di estorsione